Guido è un italiano medio. Bello, alto, dai brillanti occhi ammaliatori e dai lucidi capelli neri. La sua carnagione è olivastra e i baffi neri sono molto curati. Sua moglie Carmela è stata magra fino ai 22 anni. Il suo corpo è improvvisamente cambiato il giorno dopo il matrimonio.
La loro famiglia è molto numerosa: hanno sei figli, verso i quali sono molto protettivi. I maschi da grandi vorrebbero sposare la mamma, le femmine non possono uscire la sera né indossare una minigonna. Il loro sogno è quello sposarsi e di mettere al mondo dai dieci ai dodici figli, per avere la soddisfazione di riunirsi alle feste ed essere più numerosi.
Tutte le domeniche Guido va a messa, indossa i suoi pantaloni bianchi, gli occhiali da sole rigorosamente Dolce e Gabbana, la cintura nera di Armani e si avvicina con fare baldanzoso ai suoi amici, per baciare le mani a don Peppino il riccio e a don Calogero il piccolo.
Arrivato a casa, mangia un bel piatto di spaghetti col sugo al pomodoro, beve un buon caffè nero e si concede un riposino pomeridiano sul terrazzo. Improvvisamente vede passare una bella ragazza, e dopo un fischio di apprezzamento, approfitta dell’assenza di Carmela, che si trova dalla suocera, dove sta cucinando la peperonata da conservare per l’inverno, per prendere il mandolino e cantarle “O sole mio”.
Nel frattempo Antonio, il vicino di casa, sta gesticolando all’impazzata per chiedere a Guido di aiutarlo a fare “un lavoro”. “Non posso proprio” risponde Guido, “mi sono fatto male al mignolo fumando la sigaretta, quindi per oggi preferisco non fare sforzi”.
“A tavolaaa” chiama Carmela. “Zia Concetta ha fatto la pizza ed è già nel piatto” e i sei figli corrono in cucina, dove sono già prontamente seduti i cugini, gli zii, i nonni e gli amici.